Adottiamo un modello integrato di intervento che interviene sulle cause profonde degli abusi e delle violenze contro bambini, donne e ragazze come la povertà estrema, la mancanza di protezione e di alternative economiche all’estrazione mineraria.
Oltre 14.000 membri delle comunità sono stati coinvolti in attività di sensibilizzazione su codice minerario, diritti umani, responsabilità del governo e dei cittadini, sviluppo della comunità, advocacy e gestione e risoluzione dei conflitti. Grazie a queste attività, che migliorano la coesione sociale e facilitano le azioni collettive, le comunità sono più in grado di esercitare pressione sul governo locale e sulle compagnie minerarie per ottenere migliori condizioni di vita e di lavoro. Le comunità sono adesso più attive, capaci di mobilitarsi, per chiedere al governo locale maggiore impegno per una distribuzione equa delle risorse e alle compagnie minerarie il rispetto delle leggi sul lavoro e delle convenzioni nazionali e internazionali.
Nel 2020 il progetto ha contribuito ad aumentare la consapevolezza sull’importanza del rispetto delle misure anti Covid-19 e ha sostenuto le comunità nel richiedere che le compagnie minerarie offrissero servizi di protezione sociale durante la crisi. Il lavoro di advocacy e mobilitazione ha prodotto altri risultati positivi negli ultimi anni, come il miglioramento delle infrastrutture e dei servizi sociali di base – ancora carenti – tra cui l’installazione di un nuovo generatore (a beneficio di 5.000 famiglie), la costruzione di 5 scuole in diverse comunità (Kabamba, Mukoma, Musunoi, Kapata e Kisote) e lo scavo di pozzi, che adesso servono più di 3.000 residenti.
Per proteggere donne, ragazze e bambini da abusi e violenze nelle comunità minerarie, il programma promuove i loro diritti e il loro sviluppo ‘olistico’ in spazi sicuri e protetti. Il Centro Bon Pasteur, inaugurato a settembre 2019, funziona da centro di riferimento per segnalare abusi su bambini e donne, fornendo anche assistenza nel perseguimento di casi di punizioni corporali, negligenza, abusi sessuali e matrimoni precoci o forzati. Il Centro lavora intensamente per prevenire le violazioni dei diritti umani contro i bambini e le donne all’interno della comunità, attraverso visite domiciliari, educazione alla protezione dell’infanzia e genitorialità positiva, consulenza e supporto psicosociale alle famiglie.
Il progetto di empowerment economico supporta ragazze e donne fornendo loro istruzione di base, assistenza sanitaria e formazione professionale e ha coinvolto 600 ragazze e 500 donne. Molte di loro prima svolgevano lavori pericolosi nelle miniere; diverse altre erano vittima di sfruttamento sessuale. Nel centro di formazione professionale (Economic Empowerment Center) le ragazze seguono corsi di sartoria, ristorazione, panetteria e grazie al loro diploma possono ora avere un impiego oppure avviare una piccola attività in proprio per diventare indipendenti e economicamente autonome. Il progetto comprende inoltre attività di sensibilizzazione della comunità su parità di genere, diritti delle donne, igiene e salute.
Il progetto garantisce accesso all’educazione di base e sostiene il recupero e reinserimento dei bambini nel sistema scolastico formale. I bambini sono più protetti grazie ad un sistema di segnalazione informale efficace per perseguire gli abusi sui bambini che si verificano all’interno della comunità. Ad oggi, oltre 4.800 bambini – molti dei quali orfani o che vivevano in condizioni di estrema vulnerabilità, impegnati in diverse forme di lavoro nell’estrazione artigianale del cobalto – sono stati iscritti al programma e il 90% di loro ha smesso di lavorare nelle miniere di cobalto. Un totale di 520 bambini sono stati reintegrati nel sistema scolastico formale e sono monitorati per garantire una partecipazione continua.
I bambini hanno il supporto di insegnanti, psicologi, infermieri e dei loro genitori per sviluppare il loro pieno potenziale, attraverso attività motorie, psicologiche, intellettuali adeguate all’età, nelle scuole e in altri contesti sicuri. I bambini diventano in grado di proteggere se stessi, il loro ambiente, capaci anche di proteggere i diritti degli altri bambini. Il progetto è diretto a rafforzare il potere e la fiducia dei bambini nel prendere decisioni e influenzare positivamente i contesti in cui vivono, irrobustendo la loro capacità di far fronte alle situazioni difficili.
La povertà estrema è la causa principale delle violazioni dei diritti umani come il lavoro minorile nelle comunità minerarie. Quando i bambini sono incoraggiati – o costretti – a lasciare il lavoro nelle miniere, senza che i genitori abbiano alternative, per la famiglia è disponibile meno reddito per il cibo e altri bisogni primari, il che porta a condizioni di vita ancora peggiori.
Il progetto di sostentamento alternativo fornisce formazione tecnica in agricoltura e allevamento membri della comunità, offrendo loro mezzi di sussistenza alternativi al lavoro minerario.
Grazie alla creazione di dieci cooperative agricole, 871 agricoltori non vanno più in miniera per guadagnare e la maggior parte delle famiglie coinvolte ha migliorato la propria sicurezza alimentare durante tutto l’anno. A partire dal 2020, il raccolto delle cooperative agricole copre il 71% del loro fabbisogno annuale di sussistenza. Inoltre, l’89% delle donne che hanno aderito alle cooperative agricole, che si sono organizzate dopo Maisha, la prima cooperativa agricola guidata da donne della zona, ha potuto permettersi di lasciare le miniere. Le donne hanno aumentato il loro reddito attraverso l’agricoltura sostenibile e altre attività generatrici di reddito, migliorando non solo la sicurezza alimentare ma anche le condizioni di vita complessive delle loro famiglie. Nel 2019 è stato poi avviato Chakuishi, un progetto di social business innovativo in agricoltura finalizzato allo sviluppo di imprese sociali sostenibili gestite dalla comunità, per trasferire competenze e sviluppare le capacità delle donne delle cooperative agricole.
Per continuare ad espandere le attività e raggiungere più comunità minerarie in modo sostenibile, il programma richiede lo sviluppo delle capacità e una struttura organizzativa efficace, per fornire a bambini, ragazze e donne il miglior supporto professionale e servizi di qualità di cui hanno bisogno.
Bon Pasteur Kolwezi con il supporto della Good Shepherd International Foundation (GSIF) adotta una formazione continua per lo sviluppo delle capacità e lo sviluppo organizzativo, per garantire che il programma sia allineato all’approccio basato sui diritti umani e modellato sulle buone pratiche internazionali e nazionali. Lo staff locale (attualmente più 90 persone) è impegnato nella formazione di competenze sui diritti umani e diritti dell’infanzia, approccio allo sviluppo basato sulla comunità, gestione dei programmi, amministrazione, monitoraggio e valutazione. Vengono poi sviluppati e implementati politiche, standard e procedure, per garantire un ambiente sicuro per tutti i partecipanti al programma e lo staff.
Good Shepherd International
Foundation ONLUS
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GSIF partners with Bon Pasteur Kolwezi to develop and implement this program.
GSIF is a member of Keeping Children Safe, a growing global network working to keep the world’s most vulnerable children safe from abuse and exploitation.
A group of 10,000+ community members are regularly involved in awareness raising on mining code, human rights, government and citizens’ responsibilities, community development, advocacy and conflicts management and resolution. Thank to these activities, that enhance social cohesion within the fragmented communities and facilitate collective actions, the communities are more able to lobby the local Government and mining companies for better living and working conditions. Communities are supported to be actively engaged and through effective mobilization, to ensure government commitment to equitable resource distribution and full compliance of mining companies with national and international laws and conventions.
In 2020 the project contributed also to increase awareness of the communities on the importance of respecting the barrier measures to limit the spread of Covid-19, but at the same time has advocated for the communities to the mining companies to benefit from social protection during the crisis.
The advocacy and mobilization work produced positive results over the past years in improving infrastructures and social basic services – that are still poor or lacking – including the installation of a new generator (benefitting 5,000 households), the construction of 5 schools in different communities (Kabamba, Mukoma, Musunoi, Kapata and Kisote) and the digging of wells, that serve more than 3,000 residents.